La nostra storia inizia il 18 dicembre 1999, al San Nicola di Bari arriva l’Inter e mister Fascetti è nei guai: Osmanovski e Masinga out per infortunio, spazio alla coppia d’attacco della Primavera di Sciannimanico. Antonio Cassano è un giovanotto di 17 anni di Bari Vecchia - buona prospettiva ma  testa calda - lanciato in prima squadra la settimana prima nel derby con il Lecce; Michael Ugochuwku Enyinnaya (detto Hugo) è un  18enne nigeriano di eccellenti doti fisiche, ancora grezzo tecnicamente, fortemente voluto dal ds Regalia che lo aveva apprezzato in un match di coppa. Che occasione per i due pupi, prima da titolari al San Nicola di fronte allo squadrone neroazzurro.
Sei minuti e quarantasei sul cronometro, trequarti di campo, Enyinnaya esplode un missile di collo esterno che sorprende Peruzzi fuori dai pali, un gol pazzesco, il ragazzino quasi non ci crede e viene ripreso dalla telecamere in stato di totale incoscienza. L’Inter rientra in partita ma a tre minuti dal termine l’altro giovanotto, quello di Bari, eclissa il capolavoro del compagno nigeriano con un gol da fuoriclasse; il San Nicola esplode, inizia la favola di Antonio Cassano.
In quella stagione Antonio realizzerà altre due reti e diventa un punto di riferimento per Fascetti, il nigeriano maledice i continui infortuni che ne impediscono lo sviluppo.
Nel 2001 la coppia si scoppia: il ragazzino barese, ormai fuoriclasse, raggiunge la Capitale al termine di un’operazione che sfiora i 60 miliardi di lire. E Ugo? Affonda in B con tutta la truppa, e nel 2003 passa in prestito a Livorno, senza brillare.
Dopo il ritorno a Bari e una breve apparizione a Foggia inizia l'incubo: “Mi hanno mandato a giocare in Polonia – racconta il giocatore -  dove non mi hanno pagato, mi hanno insultato. In breve: mi hanno rovinato la vita”. La carriera del nigeriano prosegue nel gelo della terra polacca, tra insulti razzisti e tanti rimpianti. Nel frattempo il gemellino Cassano vola a Madrid, clima più temperato e piazza più blasonata, per giocare nelle leggendarie merengues allenate da Fabio Capello. L’avventura spagnola di Antonio non procede nel migliore dei modi, anche lui insultato (ma per la forma fisica), tornerà in Italia a Genova, sponda Samp, osannato come un eroe.
Enyinnaya nel Belpaese vuole rientrare e con insistenza, ma non c’è la fila per assicurarsene i servigi e per lo più è extracomunitario e non può giocare in C. Nel 2009 riesce finalmente nel suo intento e approda in Italia, ad Anzio, per militare nella squadra locale in Eccellenza. Ultima tappa il Meda, in Brianza: “Oggi, qui, a Meda- racconta Hugo - da giocatore di Eccellenza, con una paga da impiegato, se ripenso al Bari-Inter di 10 anni fa sono soprattutto triste. Segnai un gol da leggenda, potevo diventare un campione. Invece mi sono perso per strada”.
Finchè c’è la salute…” si suol dire, e il gemello Cassano ora come ora non se la passa benissimo, in attesa del recupero dopo il lieve attacco ischemico dello scorso mese. A Hugo quando viene fermato per strada, chiedono ancora di quel gol e soprattutto di Cassano. Lui lo vorrebbe solamente incontrare, per scherzare sul passato e sul loro destino. Questa è la storia di Hugo Enyinnaya, un ragazzino che a 18 anni realizzò il suo sogno..

 

Sezione: Amarcord / Data: Sab 26 novembre 2011 alle 16:00
Autore: Davide Capogrossi
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