Il Cittadella ha questa caratteristica piuttosto unica nel panorama del calcio italiano degli ultimi anni: che ogni anno lo si sottovaluta. E, forse proprio per questo, finisce sistematicamente per agguantare l'obiettivo stagionale (e spesso anche qualcosa in più). Due anni fa la promozione in Serie B. L'anno scorso l'approdo ai playoff. E ora, dopo nove giornate, ha gli stessi punti della corazzata Bari. E proprio il Bari sfiderà fra due giorni. Di questo match ormai alle porte ne abbiamo parlato in esclusiva con Carlo Pelagatti, difensore centrale della squadra veneta.

Te lo aspettavi un inizio così positivo, Carlo? "Diciamo che sapevo che ci aspettava un campionato più complicato di quello passato. Le retrocesse vogliono subito risalire, le neopromosse sono ambiziosissime, e in più ci sono squadre come il Bari che certamente non nascondono i propri obiettivi. Quanto a noi, dopo una stagione come quella dell'anno scorso, sentiamo di dovere rispondere ad aspettative crescenti. Giochiamo con meno spensieratezza, questo sì, ma con maggiore consapevolezza dei nostri mezzi".

Ma il vostro obiettivo resta la salvezza? "Si parte da lì. Dobbiamo innanzitutto mantenere la categoria. Allo stesso tempo non abbiamo paura di niente e ci ingolosisce l'idea di poter lottare per traguardi più ambiziosi. Il gruppo è rimasto più o meno quello dell'anno scorso. Senza stravolgere nulla, il nostro direttore sportivo, in maniera oculata, ha però cercato di puntellare la rosa con qualche nuovo innesto".

É una rosa, la vostra, con tanti nomi interessanti. Uno su tutto Kouame, il vostro miglior marcatore sin qui con tre reti. "Christian ha qualità immense. É ancora giovanissimo, essendo un classe '97, e sono convinto che potrebbe dare ancora di più. Dovrebbe essere più continuo, andare meno a sprazzi, ma resta uno dei giovani più interessanti di questa Serie B. Tra questi, cito anche altri due miei compagni, Caccin e Varnier, entrambi nel giro dell'Under 20".

Che giudizio dai complessivamente al percorso fatto sin qui del Cittadella? Penso che dovremmo essere più cinici. Abbiamo sprecato troppi punti e questo dispiace. Raccogliamo decisamente meno di questo che creiamo: siamo una squadra a cui piace giocare la palla, non scendiamo in campo per prendere a pallonate gli avversari, ecco". 

Sembra il ritratto del Bari, Carlo. "E allora vuol dire che le squadre che si contendono i primi posti hanno questo destino in comune! É un campionato davvero equilibrato, il livello si è alzato decisamente rispetto alle ultime stagioni. Basta vedere quanta difficoltà fanno anche le big contro avversari teoricamente alla portata".

C'è qualche attaccante del Bari che ti sta togliendo il sonno? "Se leggo i nomi della rosa e in particolare del reparto avanzato, mi gira la testa. Un nome su tutti? Dico Floro Flores, per qualità e curriculum. Leggo che non è in formissima, ma non cado nel tranello (ride, ndr)".

Tra gli uomini del reparto avanzato del Bari c'è anche una tua vecchia conoscenza: Iocolano. "Qualche anno fa abbiamo giocato assieme nel Bassano. Era la stagione 2013-2014, la squadra fu promossa in Lega Pro e lui fece un campionato pazzesco. Che dire di lui? Ha qualità immense e sono fermamente convinto che sia arrivato in Serie B troppo tardi. Però ora è a Bari, una piazza prestigiosissima. Insomma, in cadetteria ci è arrivato tardi ma ci è arrivato bene. E magari adesso ci resterà per altri dieci anni".

Anche il vostro tecnico è arrivato tardi in B eppure sta facendo benissimo. "É vero, ha ancora poca esperienza in questa categoria ma sta dimostrando il proprio valore. Se devo riconoscergli una qualità in particolare, dico che è uno che sa trasmettere ai propri giocatori le idee in cui crede. Parla tanto ma è sempre pacato, raramente alza la voce. Ed è estremamente attento ai dettagli". 

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Sezione: Esclusive / Data: Gio 19 ottobre 2017 alle 20:00
Autore: Diego Fiore
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