Il primo Daspo di gruppo tiene in scacco una cinquantina di sostenitori biancorossi dopo i disordini di sabato scorso nel post gara tra Frosinone-Bari. Qualcuno di loro rischierebbe anche una denuncia penale per i seguenti reati: interruzione di pubblico servizio, danneggiamento aggravato della recinzione autostradale, lancio pericoloso di oggetti e lesioni a pubblico ufficiale. E' in corso l'identificazione tra chi, gli occupanti l'ultimo pullman, avrebbe commesso quei reati.

Per tutti intanto è scattato il divieto per tre anni di assistere a manifestazioni sportive: oltre ad appartenenti al tifo organizzato, ci sono anche alcuni volti conosciuti alle forze dell'ordine, altri ancora sono solo studenti universitari, impiegati o semplici appassionati del Bari. Anche per loro è scattata la nuova normativa perché pur non avendo partecipato ai presunti disordini sono rimasti a bordo del pullman biancorosso.

Secondo la ricostruzione della Questura di Frosinone alcuni supporters baresi avrebbero scavalcato e raggiunto una strada adiacente l'A1, creando panico e prendendo di mira una vettura con due sostenitori locali. Per provare a far luce sull'intera vicenda è intervenuto un esperto in reati da stadio, l'avvocato Luca Maggi che la scorsa notte ha incontrato molti di quei 52 sostenitori: "Mi hanno raccontato una versione completamente diversa rispetto a quella che è stata ricostruita. - riporta La Gazzetta del Mezzogiorno - I miei assistiti sono giunti sul posto quando c'erano già stati disordini e danneggiamenti. Non c'entrano nulla". Lo stesso Maggi ricorda un precedente di qualche tempo fa: "Non più tardi di nove mesi fa a Varsavia - ha proseguito - furono arrestati decine di tifosi della Lazio colpevoli solo di passaggiare per le strade della capitale polacca e accusati di condotte che non avevano mai consumato. Allora la classe politica si mobilitò per la loro liberazione immediata e gridò allo scandalo per la evidente lesione dei diritti e garanzie di quei tifosi. Constato che oggi la stessa classe politica ha partorito il decreto Alfano che attribuisce alla polizia italiana gli stessi poteri della polizia polacca".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 15 settembre 2014 alle 08:50
Autore: Fabio Mangini
vedi letture
Print