Il centrocampo biancorosso è stato il reparto più affollato e quello dalle gerarchie più variabili durante tutto il campionato. Sei uomini in lotta per tre maglie nel girone di andata, ben nove in quello di ritorno. Minala e Lazzari non hanno mai convinto Camplone, mentre uno è stato il titolare indiscusso: l’uomo più anziano della squadra, Francesco Valiani. L’ex Siena, partito come mezzala sinistra, ha giocato anche come regista e come mezzala destra, riuscendo costantemente ad essere tra i migliori. Ottimo anche Dezi, arrivato a gennaio a Bari. Solito e costante lavoro di Romizi che partito indietro nelle gerarchie ha riconquistato la titolarità nell’ultimo quarto di stagione.

Di seguito le pagelle dei biancorossi:

VALIANI 6,5 (35 presenze, 3082’) Ha trascinato il Bari durante la gestione Nicola, dopo l’arrivo di Camplone, invece, il suo rendimento ha subito una flessione. Complice lo spostamento a destra, o un fisiologico calo fisico, Valiani ha comunque disputato un ottimo campionato, dimostrando di essere in grado di andare ben oltre i suoi 35 anni. MATUSALEMME

ROMIZI 6,5 (26 presenze, 1473’) Il Bari ha cercato un playmaker per tutta la stagione, salvo poi accorgersi (come sempre, d’altronde) di averlo in panchina. Nicola ha alternato per lo più Porcari e Gentsoglou, Camplone, invece, ha provato anche Valiani prima di ridare a Romizi, quello che ormai da cinque anni “diventa” il suo posto. Quest’anno Marco ha dovuto superare anche l’Everest prima di arrivare in cima. CHIMBORAZO

DEZI 6,5 (18 presenze, 1330’) Dal suo arrivo a Bari ha saltato una sola partita (escludendo la prima). È andato a segno cinque volte, ha offerto tre assist e disputato un campionato di altissimo livello, diventando un elemento imprescindibile nello scacchiere biancorosso. Di fatto è un mistero come questo ragazzo non abbia collezionato neanche una presenza in Serie A. FUNKY GALLO

GENTSOGLOU 6 (13 presenze, 878’) Come il vento che soffia da Nord-Est la sua stagione è andata folate: panchina e tribuna per le prime dieci, poi otto partite in campo (sette da titolare) con nel mezzo una sola saltata per squalifica. Gennaio l’ha visto fuori per un infortunio, successivamente il ritorno sul rettangolo di gioco tra febbraio e marzo. Nelle ultime dodici giornate tribuna e due sole panchine. GRECALE

DI NOIA 6 (19 presenze, 1064’) Stagione tutto sommato positiva. Dodici presenze da titolare, più di mille minuti accumulati in stagione: non male per chi era partito da comprimario. Utilizzato per lo più come terzino sinistro, nonostante sia una mezzala, anche Di Noia ha “pagato” la sua duttilità. NON M’ANNOIO

DEFENDI 5,5 (32 presenze, 2454’) Passano gli anni, passano gli allenatori e il buon Marino si rivela sempre una pedina importante dello scacchiera biancorosso. Dopo tre anni più che positivi, il capitano (alla prova dei fatti) disputa un campionato sottotono. Girone di andata sufficiente, girone di ritorno insufficiente, anche in questo caso per colpa della sua duttilità, che ha “costretto” Marino a giocare ripetutamente terzino destro. ACQUA E SALE

DONATI 5,5 (17 presenze, 789’) A chi lo dava per spacciato dopo una prima metà di stagione completamente anonima, Massimo ha risposto con un girone di ritorno di discreto livello. Non è variato il suo minutaggio (326’ giocati con Camplone, 463’ con Nicola), quanto le sue prestazioni. Calma, determinazione e carattere per il trentacinquenne di San Vito al Tagliamento. DON DONATI

LAZZARI 5,5 (9 presenze, 148’) Il ragazzo si aspettava di più, i tifosi si aspettavano di più, ma non è riuscito ad emergere dall’affollamento del centrocampo biancorosso. Una pessima partita, l’ultima in biancorosso (escludiamo il minuto giocato con il Brescia) al San Nicola, contro il Cagliari e un gol decisivo a Livorno. Come accaduto per Porcari, il motto biancorosso si è rivelato sbagliato. CARPI DIEM

MINALA sv (1 presenza, 12’) Come prendere una stagione, appallottolarla e gettarla via? Chiedere istruzioni a Minala. Dopo le gloriose tre presenze accumulate nel girone di andata a Latina, è riuscito a far peggio nel suo ritorno a Bari. “Spero di far divertire i tifosi”, aveva profetizzato a gennaio, ma, evidentemente, non parlava di campo. I secondi album sono sempre più difficili, certo, ma nel suo caso sarebbe stato meglio non provarci neanche. IL SECONDO SECONDO ME 

Sezione: Il Pagellone / Data: Sab 28 maggio 2016 alle 21:15
Autore: Gianluca Lippolis
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