Minuto 30 di Lanciano-Bari: Donati ha un problema al polpaccio, non ce la fa ed è costretto ad uscire. Al suo posto va in campo Marco Augusto Romizi, uno che definire riserva sembra quasi fare peccato. La partita cambia ed i biancorossi ingranano; soprattutto nel secondo tempo, i ragazzi di mister Mangia cambiano passo, appaiono più equilibrati in campo e acciuffano il pareggio, sfiorando più volte il gol del vantaggio. Ma che questa prima piccola svolta della stagione sia coincisa con l'inserimento del centrocampista classe Fiorentina, questo non può essere un caso. Giunto a Bari nel gennaio del 2012, è sempre stato lui il vero elemento di discussione nell'ambiente barese.

Da Torrente ad Alberti, chiunque in passato lo abbia allenato nel capoluogo pugliese ci ha messo un pò per capire la sua importanza nello scacchiere biancorosso, ma alla fine gli ha offerto le chiavi del centrocampo, stregato dalla duttilità e da quella particolare capacità di dare ordine al reparto e di dettare i tempi di gioco. Leader silenzioso del gruppo, ragazzo dall'area mite in grado di trasformarsi sul rettangolo di gioco, anche lunedì sera Romizi ha cambiato la partita e lo ha fatto a modo suo: qualità e quantità a servizio della squadra, numerosi palloni recuperati alternati ad interventi duri ma di sostanza ed anche a lanci di precisione chirurgica, come quello recapitato sui piedi di Defendi ad inizio ripresa.

Quando arrivò in Puglia, a soli 22 anni, gli fu dato il non facile compito di sostituire Donati, appena trasferitosi al Palermo per giocarsi le proprie chances in serie A. Adesso, a quasi 3 anni di distanza, nel destino del giovane aretino c'è di nuovo Donati, stavolta però nelle vesti di compagno di squadra. Quest'ultimo è stato tra i più positivi in avvio di campionato e sembra dunque essere fra gli intoccabili di mister Mangia. Ma con un Romizi così è lecito cominciare a farsi qualche domanda. Questo Bari può davvero fare a meno del suo metronomo tuttofare? 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 01 ottobre 2014 alle 11:15
Autore: Antonio Bellacicco
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