Un lustro di presidenza De Laurentiis. Il 31 luglio scorso è stato il quinto anniversario dall’approdo sulla tolda di comando del Bari della famiglia romana, tramite quella Filmauro proprietaria anche del Napoli.
Un quinquennio di vita biancorossa, tra gioie e dolori, sportivamente parlando, con la permanente preoccupazione della multiproprietà. Quel giorno del 2018 il sindaco di Bari Antonio Decaro consegnò, sulle ceneri della Fc Bari 1908 portata fino al fallimento da Giancaspro, il pacchetto di maggioranza dei galletti agli imprenditori, costretti a ripartire, con l’allora neonata SSC Bari, dagli inferi del nostro calcio, la serie D.
A parlare il seguente 1 agosto, nella prima conferenza stampa di presentazione, fu proprio Aurelio De Laurentiis, che annunciò la scelta del figlio Luigi alla presidenza della società, e rivelò di avere in mente un paio di collaborazioni che, poi, non si concretizzarono. Il patron del Napoli, infatti, disse, per la truppa biancorossa, di voler affidare la panchina della prima squadra ad Edy Reja, che rifiutò, sostituito da Cornacchini, ed il settore giovanile a Filippo Galli, il quale declinò anche lui l’offerta.
Nel primo ritiro di Roma, tra provini a vari calciatori e difficoltà logistiche di ogni tipo, c’era già l’unico calciatore che ancor oggi veste la maglia dei pugliesi, vale a dire capitan Valerio Di Cesare, coadiuvato nella risalita in C dalla D, compiuta con un primo posto mai in discussione, da profili importanti come Simeri, Hamlili, Neglia, Brienza, Floriano, Bolzoni, Cacioli e Mattera, con Marfella tra i pali e giovani di belle speranze come Piovanello, Quagliata e Langella, il barese purosangue Turi ed i centravanti d’esperienza Pozzebon e Iadaresta.
Approdati in C, come si disse allora, al primo colpo, i De Laurentiis confermarono Cornacchini, e buona parte dell’intelaiatura del gruppo, convinti di poter lottare per la promozione in B sin dall’annata 2019-’20, anche grazie ad un mercato che vide scendere dalla A, per dare una mano ai biancorossi, due elementi importanti come Mirco Antenucci e Filippo Costa, oltre agli innesti di Frattali, Folorunsho, D’Ursi, Sabbione, Perrotta, Bianco, Berra e Scavone.
Dopo l’esonero di Cornacchini, alla quinta giornata, toccò a Vivarini, che arrivò secondo, in un anno caratterizzato dalla pandemia da Covid-19, con gli arrivi nel mercato invernale di Laribi e Maita, l’inusuale sosta forzata da marzo a luglio ed una Reggina inarrestabile in cima alla classifica. Furono playoff, in piena estate, con la sciagurata sconfitta in finale ad opera di Kargbo e della Reggiana, dopo aver eliminato in serie Ternana e Carrarese.
La dirigenza optò, nell’estate 2020, per una mezza rivoluzione, con la cacciata di Vivarini, nonostante i 27 risultati utili consecutivi raccolti prima dell’ultimo atto con gli emiliani, e l’arrivo di Auteri in panchina e Romairone, al posto di Matteo Scala, nel ruolo di direttore sportivo. I colpi di mercato di quell’annata furono Citro, Marras, Celiento, Minelli, Semenzato, Andreoni, Candellone e Lollo, oltre ad un Montalto mandato via inopinatamente già a gennaio 2021.
Il Bari, pur nei piani alti della classifica, non riuscì a tenere il passo della Ternana, terminando quarto il proprio campionato, nonostante l’avvicendamento a febbraio tra Auteri e Carrera, seguito dal ritorno del tecnico di Floridia a metà aprile. Furono playoff, ed eliminazione nei turni preliminari ad opera della Feralpisalò.
Nell’estate 2021, i galletti assunsero, sul piano tecnico e dirigenziale, i volti di Mignani e Polito, che ancora oggi reggono le sorti biancorosse, con l’arrivo sul campo di gente come Cheddira, Ricci, Pucino, Botta, Mazzotta, Terranova, Paponi, Galano e Mallamo, fondamentale per centrare finalmente quel salto in B atteso da anni, da indiscussi primi della classe.
Poi, alla vigilia dello scorso campionato, la già collaudata intelaiatura dei galletti vide il ritorno a queste latitudini di Folorunsho e Bellomo, e gli arrivi tra gli altri di Benedetti, Caprile, Vicari, Zuzek e Scheidler, con gli innesti invernali di Morachioli ed Esposito, ed il terzo posto in classifica con finale playoff-beffa, dopo aver eliminato il Sudtirol dalla corsa per la A.
Il Cagliari, il pari in Sardegna per 1-1 ed il seguente gol di Pavoletti al 94’ al S. Nicola a spegnere i sogni biancorossi di massima serie sono storia recente, che fa ancora sanguinare i cuori dei tifosi. Quest’estate, all’alba della sesta stagione barese dell’era De Laurentiis, gli arrivi, finora, di Faggi, Menez e Nasti, volti a rimpiazzare solo parzialmente le tante partenze (Benedetti, Antenucci, Caprile, Mallamo, Folorunsho, Mazzotta e Botta le più significative). L’obiettivo della società sono dichiaratamente i playoff, quello della piazza è quello di sognare ancora.
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