Venezia, Lucchese, Bari, Catania, Sampdoria, Modena. A leggere così tante tappe si rischia di pensare che Francesco Fedato abbia sprecato troppe occasioni. Poi invece ti accorgi che ha solo 22 anni e che a quell'età nemmeno Pirlo aveva trovato una stabile dimora calcistica. L'ultima tappa ha portato Fedato sulla via Emilia, la prossima partita lo vedrà affrontare molti vecchi amici. Quelli che con lui hanno spartito gioie e dolori nel capoluogo pugliese. "Bellomo, Romizi, Sabelli, lo stesso Sciaudone ora a Catania...", ha confessato l'attaccante in esclusiva per i microfoni di TuttoBari, "con tanti ex compagni mi sento ancora".
Ti sembrerà strano affrontarli sabato? "Sì, sarà emotivamente un impatto forte, giocherò contro i pugliesi per la prima volta. Ora sono al Modena e chiaramente penso al Modena, ma a Bari e al Bari ci sono affezionato, lì sono stato lanciato nel grande calcio. Credo che l'amore sia reciproco, ancora oggi moltissimi tifosi biancorossi mi scrivono messaggi gentili. Sono molto contento di poter giocare una gara così".
Francesco, torniamo al giorno del debutto con la maglia pugliese? "Ho esordito in punta di piedi, mi sentivo ancora come un ragazzino della Primavera aggregato alla prima squadra. Fu Torrente a lanciarmi, credeva in me. Capii in quel momento che avevo davanti una grande occasione e ho lavorato duro per sfruttarla. Nel giro di pochi mesi passai dall'Eccellenza con la Lucchese all'Under 21: incredibile".
Ma è vero che recentemente sei stato vicino a un clamoroso ritorno a Bari? "In estate mi cercava Mangia, ci furono dei contatti. Poi altri contatti a gennaio. La mia scelta però è ricaduta sul Modena. Qui c'è la situazione perfetta: società seria, squadra che ambisce ai playoff, un grande allenatore".
Come va con Novellino? "Molto bene, basta dire che mi ha voluto lui espressamente qui. É un maestro, se lo si ascolta si impara tanto. E io sto imparando tanto. Ho giocato cinque partite, segnato due gol e procurato un rigore. A livello personale sta andando benissimo, purtroppo però la squadra non sta raccogliendo quanto merita".
Perchè? Te lo sei chiesto? "Sfortuna. Sì, la fortuna ci ha voltato le spalle. Contro il Cittadella e lo Spezia abbiamo raccolto meno di quanto si poteva raccogliere. In Liguria, per esempio, abbiamo subito gol nei minuti finali perdendo quindi la gara 3-2 dopo essere passati in vantaggio proprio grazie a una mia marcatura":
Anche il Bari non se la passa benissimo. "Il campionato di Serie B è duro, non bisogna mai dimenticarlo. E in crisi ci finisci anche così: perdi una partita che meritavi di pareggiare, magari la cosa si ripete, ed ecco che iniziano i guai. Quanto ai galletti, non li darei per spacciati nella corsa per i playoff: la classifica è corta e in più hanno l'arma in più del pubblico. Dovessero ingranare la marcia dando continuità ai propri risultati son sicuro che il San Nicola diventerebbe un elemento decisivo".
Torniamo alle tue esperienze con Catania e Sampdoria. Non è andata come speravi. "Mi sono chiesto le ragioni rispondendomi che forse sono arrivato in Serie A troppo presto, giocare ancora con il Bari mi avrebbe fatto bene, avevo bisogno di fare ancora esperienza in cadetteria. La mia scelta di salire di categoria però è stata in qualche modo obbligata".
Spiegaci meglio. "L'anno scorso, a gennaio, mi chiama Angelozzi. Mi dice che non vuole lasciarmi andare via, ma che è costretto a farlo. C'è un'offerta importante, mi riferisce, e la situazione economica e societaria del Bari è quella che è. E così faccio le valigie per la Sicilia".
Pentito? "No, non rimpiango nulla. Ho sempre fatto le scelte giuste nella mia carriera. A Catania ho raccolto nove gettoni in Serie A, un bottino mica male considerando che lì ho giocato solo per pochi mesi. I risultati però non arrivavano, la situazione era durissima, la squadra a pezzi. A fine stagione la retrocessione".
Quindi il passaggio alla Sampdoria. "Con i doriani ho fatto in estate la preparazione, tutto andava alla grande. Mihajlovic mi disse di restare e giocarmi le mia carte. Avremmo giocato con il tridente davanti ed io assieme a Bergessio e a Sansone avrei dovuto cercare di mettere in difficoltà il tecnico. Eravamo noi tre i rincalzi di Eder, Okaka e Gabbiadini. Decisi così di rimanere a Genova nonostante tante offerte, tra cui quella del Bologna. E nonostante quel contatto con il Bari e mister Mangia".
Il tuo cartellino è ancora della Samp, ma il tuo presente è a Modena. "Qui sto bene, la condizione fisica migliora di giorno in giorno. Non sono ancora al top però, essendo stato fermo a lungo. Non so se resterò molto tempo qui, la Samp crede ancora in me. Ora devo aiutare i miei attuali compagni di squadra, sono convinto che potremo migliorare la nostra situazione in classifica. Il Bari? Lo guardo spesso in tv, sarà strano giocarci contro".
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