Ad un terzo del campionato, i tifosi del Bari vedono finalmente i galletti primi in classifica. Curioso, però, come l'umore non sia dei migliori, viste le due sconfitte nelle ultime trasferte dei ragazzi di mister Mignani. Tanti dubbi, tanti interrogativi su quel che sarà il cammino dei biancorossi da qui in avanti. Ecco dieci domande (e dieci risposte) sul futuro più prossimo.
Come si spiega questa flessione del Bari?
È difficile parlare di calo atletico, in quanto la squadra col Catanzaro ha dato prova di non avere le gambe imballate. È altresì vero che qualche elemento che aveva tirato fin qui la carretta, non stia vivendo un momento felicissimo. La vera carenza nelle ultime gare è però arrivata sotto l'aspetto mentale. Con Francavilla e Juve Stabia, il Bari non è proprio sceso in campo ed è complicato capire le motivazioni. Troppa sicurezza nei propri mezzi? Sta di fatto che, per l'ennesima volta, questo campionato dimostra che non si può sottovalutare nessun avversario. Già a partire da domenica contro il fanalino di coda Vibonese.
Che succede a Botta?
Dopo un avvio di stagione sensazionale, il trequartista argentino si è un po' eclissato. Una caratteristica tipica dei talenti argentini è spesso quella della discontinuità nell'arco di una stagione. Nulla di preoccupante, dunque, in quanto Botta ha dimostrato di poter tirare il coniglio dal cilindro quando meno l'avversario se lo aspetta. Se imparerà ad alternare i tocchi di classe e i numeri da prestigio ad una più piccata aggressività e concretezza, siamo certi che trascinerà il Bari a suon di belle prestazioni in altre categorie. Il Bari, comunque, non può fare a meno del suo dieci.
Il Bari può davvero fare a meno di D'Errico?
Del D'Errico di inizio stagione sicuramente no. Del D'Errico delle ultime partite... forse. È indiscutibile come nel primo mese di campionato l'ex capitano del Monza sia stato l'uomo in più, capace di reggere da solo il centrocampo e creare spesso svariate occasioni da gol. Nell'ultimo periodo il suo rendimento è calato vistosamente e lo stesso Mignani se ne è accorto lasciandolo in panchina per farlo riposare un po'. Il Bari ha però bisogno di quel D'Errico di inizio d'anno e allo stesso tempo si ha l'impressione che il centrocampista per rendere al meglio abbia bisogno più della carota che del bastone.
Come cambia il centrocampo con Di Gennaro?
Una delle note più liete di questo non felicissimo momento di campionato è il ritorno di Di Gennaro. Il regista ex Cesena e Cagliari è senza alcun dubbio calciatore di categoria superiore. Ad ora il centrocampo biancorosso ha visto in quel ruolo l'alternanza degli adattati Bianco e Maita, con prestazioni mai sopra la sufficienza del primo e buone prove del secondo. Il Bari ha bisogno però del miglior Di Gennaro - e non quello che ancora faceva fatica con la Juve Stabia -. La sensazione è che presto sarà lui il titolare insostituibile del centrocampo, con Maita e uno tra D'Errico, Scavone e Mallamo al suo fianco.
Dove può migliorare il Bari?
Sono due gli aspetti principali su cui Mignani deve lavorare. La squadra difficilmente chiude le partite, con Antenucci e compagni che sotto porta spesso non riescono ad infierire il colpo del ko. E nel calcio, quando il risultato è ancora in bilico, può accadere di tutto, vedasi l'azione sciupata da Vandeputte al 95'. Altro aspetto da migliorare è l'approccio alle partite. Più volte è capitato che la squadra si sia scatenata nel secondo tempo, non riuscendo a pungere nel primo. A volte, poi, è anche accaduto che la squadra non sia neanche scesa in campo.
Quanto stanno pesando gli infortuni in casa Bari?
Molto. L'assenza di Maita, ad esempio, contro la Juve Stabia ha influito decisamente sull'esito finale della gara. Il centrocampista messinese, anche quest'anno, è il leader del reparto e la sua assenza si è fatta sentire. Anche l'assenza di Di Cesare sta avendo il suo peso, perché fare a meno del proprio capitano è sempre un boccone amaro da ingoiare. Il difensore romano era - ed è - uno dei cardini dello spogliatoio. Anche la distorsione alla caviglia rimediata da Scavone è stata una mazzata, perché ha privato il Bari di un giocatore determinante in un momento particolare. Di Gennaro, poi, è altro elemento da recuperare il prima possibile.
Perché il Bari subisce tanti gol?
Nel calcio è difficile parlare di sfortuna o momento negativo, perché tutto accade per un motivo. Evidentemente la squadra nelle ultime partite non sta eccellendo nella fase difensiva, soprattutto per delle piccole ingenuità. Ad esempio con la Juve Stabia è stato servito un regalo da Gigliotti, col Foggia Terranova errò nel cercare di anticipare Ferrante, col Francavilla e con la Turris Belli e Pucino ebbero una classica giornata negativa, col Campobasso fu Frattali a regalare il rigore ai molisani. Insomma, con maggiore concentrazione e migliori letture, questo piccolo neo andrà presto cancellato.
Cambiare spesso fa bene o male?
Mister Mignani ha dato sempre prova di avere tra le mani le redini dello spogliatoio e di chi lo compone. Abile a leggere le partite, ha più volte detto di mettere in campo chi merita, perché questa squadra - a suo dire - non ha titolari. Cambiare tanto per cambiare non ha molto senso, come dover dare un contentino a chi gioca spesso meno. L'impressione è che quindi l'ex bandiera del Siena sia onesto e lucido nelle sue scelte, però, forse, qualche certezza in più andrebbe data. Ad esempio in attacco non è chiaro ancora neanche chi siano i veri titolari. O anche sulle fasce, con quattro uomini ogni giornata per due maglie.
Come si muoverà il Bari a gennaio?
Il Bari sicuramente farà qualche operazione. Vista l'assenza di Di Cesare per qualche mese, è lecito pensare ad un nuovo difensore centrale, magari un giovane che possa garantire velocità e affidabilità. Saluteranno gli attuali fuori rosa e quelli che hanno avuto pochissimo spazio come Lollo. Polito potrebbe anche decidere di rinforzare l'attacco, prelevando un centravanti d'area di rigore. Qualche giovane bomber interessante negli altri gironi, del resto, si sta mettendo in mostra. Probabile anche un innesto a centrocampo, nello specifico una nuova mezzala.
Qual è la rivale più accreditata fra quelle che attualmente rincorrono il Bari?
Al netto di un Monopoli che sta facendo come da abitudine bene, l'unica squadra che sembra, al momento, tenere testa ai biancorossi è il Catanzaro. L'undici di mister Calabro è stato ben assemblato sul mercato, grazie ad un ingente investimento del patron Noto, e rappresenta un organico validissimo per la categoria. I giallorossi, dopo un avvio balbettante, hanno trovato la quadra e saranno pericolosi fino alla fine. Eccellono nella compattezza in fase difensiva (solo 8 subiti). Da non sottovalutare neanche il Palermo, che però non può contare sulla stessa forza economica di Bari e Catanzaro. L'Avellino è attardato: servirà un miracolo per risalire la china.
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