Carlo De Risio si è raccontato a RadioBari. Nello speciale appuntamento di “A Tutto Campo”, il centrocampista molisano ha parlato della sua vita calcistica e personale: “Non mi piace stare al centro dell’attenzione. Anche nelle interviste preferisco sempre far parlare il campo, se ci riesco ovviamente: quest’anno sicuramente si può fare di più. Il mio carattere è uguale sia in campo che fuori. Mi ritengo un ragazzo umile, generoso e cerco di dare tutto sia per la mia squadra che per le persone che mi vogliono bene. In campo mi arrabbio tanto, mentre nella vita sono abbastanza tranquillo”.
I primi passi da calciatore… “All’età di 15 anni sono andato a Benevento, dove ho fatto tutto il settore giovanile e poi ho esordito in prima squadra a 18, ed è scattato il primo contratto da professionista. Ho sempre voluto fare il calciatore, già da quando avevo 5-6 anni a mio padre dissi che volevo farlo. A Benevento ho capito che potevo farcela, ma ci sono stati degli anni in cui sono stato infortunato o ho giocato meno. Immaginarsela così non è proprio facile, comunque sono soddisfatto della mia carriera anche se potevo fare molto di più. Ho avuto degli infortuni abbastanza seri, che all’inizio ti fanno un po’ pensare di non tornare come prima, però ti danno anche la forza di ricominciare”.
L’effetto del San Nicola… “È un bellissimo stadio, che con la Serie C non c’entra assolutamente niente. Mi dispiace soltanto di non averlo visto caloroso e pieno di tifosi, però comunque ho un altro anno di contratto e spero di restare qui quando riapriranno gli stadi. Ho visto qualche video per vedere l’emozione che si può provare con i tifosi al San Nicola, però non l’ho mai visto pieno: quando scendo in campo provo ad immaginarmelo, speriamo che l’anno prossimo si possa rivedere qualche tifoso. Il mio futuro? Bisogna valutare”.
La carriera… “Il Sud l’ho girato un po’ tutto. Un’esperienza bella sono stati i sei mesi ad Avellino, dove ho potuto fare per la prima volta la Serie B: mi sono divertito, ci siamo salvati. Mi sono trovato bene anche nei due anni a Padova, però sono stato bene in tutte le squadre. Il Bari? Sicuramente non ci ho pensato su due volte. Sappiamo tutti il blasone di questa città e società. Inizialmente ho litigato un po’ con il Catanzaro, però poi comunque ci siamo capiti con il presidente. Volevo venire qua a tutti costi, per fortuna è andata bene”.
Sullo spogliatoio biancorosso e il tempo libero… “Siamo un bel gruppo, siamo legati tutti quanti. Il Covid-19 non aiuta, perché non ci permette di fare cene o uscire insieme. Conoscevo già Maita, D’Ursi e Celiento che è venuto insieme a me. Oggi non c’è molto da fare, quando sono a casa guardo la tv. Mi piace cucinare, so farlo per me ma per gli altri non lo so (ride, ndr). Mio padre è un cuoco, chef e pizzaiolo”.
“La formazione ideale? Il Barcellona di Guardiola: inutile fare i nomi, quella squadra vinceva tutto ed era molto forte. In questo periodo storico speriamo che si sistemi tutto, che le cose vadano per il verso giusto, che ci sia tanta serenità per tutti e che riaprano anche gli stadi: fa sempre piacere vedere gente sugli spalti”, ha concluso De Risio.
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