Domani alle 20.45 la gara di campionato a Parma. Il Bari è tornato in Serie B a quattro anni dal fallimento: sarà la 51esima partecipazione per i biancorossi nella categoria (tre campionati son stati giocati nella seconda divisione nazionale). Dopo lo scorso episodio che trattava la stagione 1950/51, chiudiamo oggi il nostro viaggio con la stagione 2013/14.
Il Bari, alle prese con enormi problemi finanziari, riparte per il quarto anno di fila da Guido Angelozzi. Salutato Torrente, il diesse siciliano sceglie in panchina Carmine Gautieri, reduce da una buona annata a Lanciano. La squadra è in larga parte composta da ragazzi dal sicuro avvenire, con i pezzi migliori volati verso altri lidi. Su tutti Bellomo, ceduto al Torino. I biancorossi perdono anche tre leader: Borghese, Claiton e Lamanna. Salutano per fine prestito anche Iunco e Ghezzal.
Angelozzi fa di necessita virtù. Per la porta sceglie Guarna, preso dallo Spezia. Dal Chievo arriva Calderoni, dal Torino un giovanissimo Chiosa. Alle buste riesce ad accaparrarsi il cartellino di Sabelli, riconfermato insieme a Galano, Marotta, De Falco, Ceppitelli, Defendi, Romizi, Sciaudone, Dal Milan arriva Fossati, mentre dai bulgari del Levski Sofia il portoghese Joao Silva. Arriva anche il bomber della Primavera della Juve, Beltrame, e il paraguaiano Lugo Martinez, in aggiunta al giovanissimo Statella. Viene rinnovato il prestito di Polenta in difesa e di Fedato in avanti, ma il Bari deve rinunciare a Caputo, squalificato per un anno per calcioscommesse.
L'annata parta subito in salita. Ai problemi economici si aggiungono le dimissioni di Gautieri dopo 18 giorni di ritiro. Angelozzi affida la panchina al duo Alberti-Zavettieri, neofiti della categoria. Il Bari inizia anche questa stagione con una penalizzazione di 3 punti. La squadra per i primi mesi balbetta, con risultati negativi e qualche sporadico successo. Lo stadio è desolatamente vuoto, mentre la squadra galleggia per tutto il girone d'andata nei bassifondi della classifica. Nel mercato di gennaio Angelozzi perde anche Fedato, ceduto insieme a Marotta e De Falco. Arrivano in cinque: Lores Varela, l'albanese Cani, Delvecchio, Zanon e Nadarevic.
Il 10 marzo 2014 viene annunciato il fallimento dell'Associazione Sportiva Bari e le sorti della società sono affidate ai due curatori fallimentari Marcello Danisi e Gianvito Giannelli. Inizia la magia. Dal baratro ben presto si passa a respirare e gioire. Si passa dai 1.500 spettatori di media ai 15.000 di Bari-Avellino, il 12 marzo, partita vinta 1-0 dai galletti con gol di Joao Silva. La squadra giorno dopo giorno assorbe il rinnovato entusiasmo della gente e si trasforma: 4-3 a Trapani in rimonta, doppio 0-0 contro le più quotate Crotone e Cesena, 3-0 all'Empoli capolista, 1-0 a Varese, 2-1 a Padova, 3-1 a Terni, 3-0 con la Juve Stabia, 2-1 a Carpi, fino all'1-0 a Cittadella davanti a 35.000 spettatori. Nonostante un nuovo punto di penalità, la squadra è in piena zona playoff.
Sul fronte societario, le aste del 18 aprile e del 12 maggio 2014 sono andate deserte. Alla terza asta, tenutasi il successivo 20 maggio 2014 con un prezzo base ribassato a due milioni (da tre milioni e mezzo), il Football Club Bari 1908 (rappresentato da Gianluca Paparesta), si aggiudica i beni aziendali prima appartenuti all'A.S. Bari per 4,8 milioni. Sul campo il Bari perde a La Spezia e per accedere ai playoff deve vincere all'ultima giornata col Novara e sperare in buone notizie dagli altri campi. In un San Nicola pieno in ogni ordine di posto (48.000 spettatori), il Bari vince 4-1 e complice la sconfitta di Siena e Spezia centra il sesto posto che vale la post season.
Si comincia il 3 giugno a Crotone, arrivato quinto in classifica. I biancorossi, in stato di grazia, si sbarazzano dei calabresi con un secco 3-0, guadagnandosi la semifinale col Latina. Al San Nicola, l'8 giugno, il Bari pareggia per 2-2 davanti a 51.000 spettatori. Passati in vantaggio irregolarmente con Crimi, i pontini vengono ribaltati dalle reti di Cani e Joao Silva. Ristovski al 90' gela i baresi con una rasoiata che vale il pari. Tre giorni dopo a Latina il Bari è obbligato a vincere. I biancorossi passano in vantaggio al 73' con un rigore di Polenta, ma ancora una volta una decisione arbitrale dubbia penalizza Sciaudone e soci. Jonathas e Laribi ribaltano la contesa, con Galano che accorcia ai titoli di coda. Finisce 2-2, con il Bari che ha perso sul campo ma vinto fuori. Dal baratro si è passati alla gloria. La gente è tornata ad amare il Bari.
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