Un gigante buono per il Bari. Pasquale Iadaresta si è preso la scena domenica in una gara del tutto rocambolesca contro il Gela. Serviva un gesto inaspettato, una fiammata in grado di ribaltare un match reso complicato dall'inferiorità numerica. E' arrivata nella ripresa quando, l'ex Latina, è svettato più in alto di tutti su un bel cross di Floriano e ha insaccato, mandando in visibilio lo stadio.

Un gol alla Iadaresta. Sì, perché spesso Cornacchini ha rimarcato le caratteristiche uniche del centravanti: fin qui spesso sacrificato nel minutaggio, e sempre individuato come risorsa per traversoni e palle sporche in area a misura di forcing finali. In effetti tutto il mondo biancorosso di Iadaresta si è contraddistinto fin qui per chiamate alle armi disperate, dove palloni lunghi venivano lanciati nelle aree di rigore avversarie a caccia di sussulti decisivi.

Una laurea in giurisprudenza, l'istruzione masticata in famiglia (madre professoressa), Iadaresta è cresciuto in un ambiente di calcio e non solo. Una formazione sui generis che lo ha formato come uomo, oltre che come calciatore. E' tra i volti più sereni del nuovo Bari: esperto, riferimento per i più giovani, diligente e di buonissimo esempio. In pochi mesi ha conquistato i compagni, mettendosi al servizio del collettivo, accettando le scelte nonostante un curriculum di tutto rispetto, anche in altre categorie.

 "Lui vuole giocare sempre, purtroppo possono capitare queste situazioni ma ormai sono passate. Meglio andare avanti". L'ambizione, legittima, è stata espressa ieri ai nostri microfoni dal suo agente. Iadaresta può rappresentare il valore aggiunto in un finale di stagione che aspetta solo gli ultimi squilli. Pensare anche a lui nel Bari del futuro, che darà la caccia alla B, è da qualche ora non più utopia.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 02 aprile 2019 alle 17:15
Autore: Davide Giangaspero
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