Il volto di Simone Simeri al termine dell’incontro contro la Reggiana è un po’ quello del Bari e della sua tifoseria. Una stagione positiva, certamente, ma dal triste - e inaspettato - epilogo. Simeri ha disputato un’annata importante, incarnando alla perfezione l’attaccamento alla maglia, lo spirito di sacrificio e la voglia di non mollare mai. Accantonato da Cornacchini, ha saputo ritagliarsi il giusto spazio con Vincenzo Vivarini in panchina. 

Ventotto le presenze in campionato, ben dieci reti, alle quali bisogna aggiungere le tre partite dei playoff e la rete tanto pregevole quanto determinante contro la Carrarese a pochi secondi dallo spettro dei calci di rigore. Numeri importanti che lo assurgono a punta centrale per eccellenza, nonché idolo indiscusso del popolo biancorosso. Fondamentale il suo lavoro di sponda, di apripista per Antenucci, senza mai rinunciare, pur facendo a sportellate con i difensori più arcigni, al fiuto per il gol, mai assuefatto. 

L’infortunio riportato in finale contro la Reggiana ha scombussolato - e non poco - i piani tattici di Vincenzo Vivarini, costretto a gettare nella mischia Costantino, un attaccante dalle caratteristiche completamente differenti. Una mazzata per i Galletti che - anche ma non solo per questo aspetto - hanno dovuto riporre nel cassetto i sogni promozione. Le cose che non uccidono - sportivamente parlando - fortificano, e Simone Simeri uscirà fortificato nella personalità - già importante - da questa esperienza. Il rinnovo, ad oggi, appare pura formalità.

Il Bari ricomincerà da tante certezze, una di queste è Simone Simeri, bomber altruista che quando ha alzato la cresta, lo ha fatto esclusivamente nell’interesse del Bari.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 29 luglio 2020 alle 13:00
Autore: Raffaele Garinella
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