L'ottava giornata di Serie B vede la sfida tra Venezia e Bari. La capolista fa visita alla squadra di Javorcic, reduce dalla bella vittoria di Cagliari con un sonoro 4-1. I lagunari cercano la prima gioia tra le mura amiche e avversario migliore non poteva capitare. I biancorossi, infatti, raramente hanno festeggiato al Penzo.
Dei 25 precedenti in terra veneta, solo quattro equivalgono a successi del Bari. In ben 14 occasioni i padroni di casa hanno avuto la meglio, mentre nei restanti 7 incroci la gara è finita in parità. La sfida tra le due squadre è sempre stata un match di cartello, segnata da episodi rimasti indelebili nella storia biancorossa e densa di alterne emozioni. Già a partire dagli anni '40, quando nel giugno del 1943 gli arancioneroverdi batterono 3-0 il Bari in una gara da dentro o fuori per il mantenimento della A. I galletti, sconfitti senza appello, furono salvati dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che cancellò di fatto la retrocessione.
Retrocessione che arrivò sul campo quasi 60 anni dopo, quando le due squadre si videro una di fronte l'altra nel playout di Serie B. All'andata, a Bari, i biancorossi riuscirono a vincere 1-0, con una rete di Sasà Bruno. Tre giorni dopo, nella sfida di ritorno, Neqrouz e compagni affondarono sotto i colpi di Brellier e Biancolino. Il 19 giugno 2004 il Bari fu così condannato alla Serie C, ma qualche settimana dopo il fallimento del Napoli salvò nuovamente i pugliesi da una retrocessione per mano del Venezia.
Nella memoria di ogni tifoso barese anche quel Venezia-Bari giocato nella nebbia il 24 gennaio 1999 il cui protagonista fu il brasiliano Tuta. Sul parziale di 1-1, Tuta riuscì a portare in vantaggio i padroni di casa, tra l'estasi dei tifosi locali e il disappunto (eufemismo) dei ventuno giocatori in campo. Al fischio finale il finimondo, tra parole grosse volate dai giocatori baresi e degli stessi compagni all'indirizzo del povero Tuta, che aveva fatto semplicemente il suo. Media e e televisioni ovviamente scatenati, ma il presunto illecito non fu mai dimostrato.
Tra i tanti dispiaceri, l'unica gioia barese al Penzo risale anche all'ultima vittoria del Bari. Data 7 maggio 2000, Venezia già retrocesso e Bari che necessitava solo dei tre punti. Una gara maschia, scorbutica, risolta da un guizzo di Osmanovsky abile a mettere davanti al portiere Innocenti. Il gol di Duccio valse così la salvezza, le lacrime a fine gara di Mancini sono il simbolo di un calcio forse ormai in soffitta. Ai ragazzi di Mignani il compito di provare a regalare nuove soddisfazioni, già a partire da domani.
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