Attesa, affetto, appartenenza. La tifoseria della Palmese si sta avvicinando con entusiasmo alla sfida del San Nicola. Ma soprattutto per i Boys Palmi, cuore pulsante dei seguaci del club calabrese, sarà in un certo senso una gara come altre. “Noi seguiamo ovunque la nostra squadra – dichiara Giuseppe Strangio, leader del gruppo storico nato nel 1978 -. È ovvio, siamo abituati a categorie e stadi completamente diversi ma per noi conta solo la Palmese”.

L’affetto si estende anche ai tifosi biancorossi. “Rispettiamo Bari e i suoi ultras – continua Strangio - non meritano affatto la realtà della serie D. Il campo darà il suo verdetto, non si possono fare paragoni tra le due squadre ma in cuor nostro culliamo il sogno della vittoria che rappresenterebbe il punto più alto della storia del nostro club. Noi saremo in 300”.

A Palmi, l’estate è stata difficile. Ma i sequestri, la mancanza di liquidità e la fuga dei calciatori non hanno scalfito l’amore della città, come ricorda il capo della tifoseria: “Sono stati giorni terribili, perciò arrivare a dieci partite da imbattuti è un traguardo inimmaginabile. Il merito va ai ragazzi e al mister, gente speciale”.

Ma anche i tifosi hanno fatto la loro parte, anzi, forse ben di più. I calciatori vengono sostenuti anche economicamente dalla gente di Palmi con cene o ricariche telefoniche, semplici segni di riconoscimento verso coloro che non hanno abbandonato la barca a inizio campionato, accettando una sfida praticamente impossibile. Ma perché lo fanno? Perché seguire con così tanta passione una squadra invischiata in così tanti problemi? La risposta sembra scontata, ma è semplice. “A Palmi non c’è nulla – conclude Strangio -. Manca tutto: il lavoro, un cinema, un punto di ritrovo. La Palmese è tutto ciò che abbiamo”. Una cruda, e triste verità.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 16 novembre 2018 alle 15:30
Autore: Gianluca Sasso
vedi letture
Print