Tornerà domenica sera a distanza di 28 anni il derby tra Bari e Taranto. Per ovvie ragioni, come ad esempio il fatto che si sfidano le due città più grandi di Puglia, il derby con gli ionici è uno dei più sentiti della regione. Storicamente, per molte cause anche extracampo, è anche quello più vissuto dai baresi, oltre ad essere il più antico. Il motivo di questa lunga astinenza è presto detto: il Bari, tranne per l'ultimo triennio, ha sempre calcato palcoscenici di Serie A e Serie B, a differenza dei rossoblu, che non riescono a venire fuori dai pantani delle serie inferiori.
Peroni contro Raffo, mar Adriatico contro Mar Ionio, 90 km di Statale 100 che separano i due centri abitati pugliesi. Due realtà così simili ma allo stesso tempo diverse. Ma anche due realtà eterogenee che rendono fiera e orgogliosa la bella Puglia in tutto il globo. Per una notte tornerà in campo quella rivalità che, spesso, fuori dal campo si è manifestata con gesti da condannare. Nel corso del tempo ci sono stati numerosi tentativi di scontro tra le due tifoserie. Tre anni fa, quando il Bari fu spedito nel campionato di Serie D, per evitare problemi di ordine pubblico (principalmente con i tarantini), i biancorossi furono inseriti, infatti, nel raggruppamento siculo-calabrese. Nonostante ciò le tensioni tra le due compagini non si attenuarono: si contano in quel periodo alcune sassaiole verso i baresi nel tarantino e alcuni tentativi di vendetta quando gli ionici venivano a giocare con squadre nel barese.
L'ultimo in ordine di tempo due mesi fa, in occasione del match tra Crispiano e Ideale Bari. Una ventina i baresi giunti nel quartiere tarantino, accolti da un gruppo di facinorosi, munito di mazze, che a volto coperto ha aggredito i tifosi ospiti e lanciato persino due bombe carta in campo, costringendo il direttore di gara a interrompere la partita. Passerà mezz’ora prima che il match riprenda. Qualcuno ha chiamato la polizia, che in seguito è arrivata. Ma a quel punto i teppisti si erano già dileguati, lasciando uno scenario di guerra, prima di aver fracassato il pullman della compagine del capoluogo.
Altro casus belli è la figura di Antonio Matarrese, fratello del compianto Vincenzo già presidente del Bari. Da presidente della Figc, il 31 luglio 1993, dopo 66 anni di militanza ininterrotta, tra serie B e C, il barese doc Matarrese radia il Taranto da tutti i campionati per un debito pari a 2 miliardi e 700 milioni di lire. Nello Ionio non lo dimenticheranno mai. Domenica si torna in campo. Il Bari per vincere e proseguire la fuga, i rossoblu per provare un'impresa e far felice una città che, purtroppo, seguirà il match davanti al televisore.
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