Sentiamo spesso parlare dell'importanza e dell'incidenza che i settori giovani possono avere in una società sportiva, specie nel calcio. La cosiddetta cantera, autentico serbatoio ma solo per chi investe tempo e risorse nella crescita di questo complesso movimento di talenti che, nelle migliori delle ipotesi, potrebbero diventare i campioni del domani.
Bari e la tradizione interrotta. Il settore giovanile biancorosso ha vissuto anni floridi prima di sbiadire. Dopo la caduta della dinastia Matarrese, il movimento barese ha subito un brusco rallentamento. Pochi investimenti, scouting approssimativo e strutture non proprio all'altezza. In pochi anni, la cantera del galletto si è sgonfiata, con tutte le ripercussioni del caso.
In attesa di conoscere il nome del nuovo responsabile (con l'attuale Corrado Cotta che verrà sollevato dall'incarico), il Bari gestisce oggi una decina di squadre giovanili per un totale di circa 300 tesserati (con una media di 27 ragazzi per ciascuna formazione, a cui vanno aggiunti altri 20 elementi in giro, in prestito, nell’hinterland barese). Dalla Primavera ai Primi Calci (i cosiddetti pulcini), con giovanotti nati dal 1997 al 2006.
STRATEGIA - Per valorizzare i ragazzi di prospettiva, Pino Pinto (nell'ultima stagione capo scouting oggi nel mirino del Monopoli) aveva dato vita ad una vera e propria Academy dei Giovani Galletti biancorossi, con l'affiliazione al Bari di una ventina tra società e scuole calcio sparse sul territorio pugliese (di cui una calabrese). Un'azione che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto portare molteplici benefici in seno alla società biancorossa. Tra questi benefici, ovviamente, quello di dotare il settore giovanile di giovani e promettenti giocatori provenienti dal nostro florido territorio.
Ma tutto è finito quasi sul nascere. A fine anno 2016, l'Academy è stata incomprensibilmente smantellata. Ergo, non è stato più portato avanti quel programma di scouting e stages che ne stava piano piano dando senso e importanza prospettica. Un vero peccato, soprattutto per quei ragazzi di valore che, tesserati in club locali di minor importanza, hanno visto svanire la possibilità (per qualcuno il sogno) di giocare nel Bari.
Nulla è davvero perduto, ma bisogna rimettere in piedi un vero e proprio progetto di sviluppo attraverso una stretta e sana collaborazione con il territorio. Quello che, per intenderci, aveva voluto e creato Pinto. Un progetto creativo e lungimirante, che aiuti a far emergere giovani talenti, offrendo loro i giusti contesti e gli ambienti ideali (campus funzionali, scuole adatte, ecc...) con la supervisione di tecnici esperti e preparati, sia sotto l’aspetto tecnico che umano. Perchè puntare sui giovani spesso conviene, specie per società medio piccole come quella biancorossa.
Il Bari deve improntare oggi il suo futuro. E questo non può prescindere da un settore giovanile all'altezza che possa, nel tempo, generare risultati sportivi ed economici.
Autore: Redazione TuttoBari
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