Un inizio da urlo, poi un vistoso calo di prestazioni e infine la ripresa. Andrea D'Errico ha viaggiato sulle montagne russe nella sua prima metà di stagione a tinte biancorosse, dopo essere arrivato in estate dalla sua Monza e da capitano in una squadra con cui aveva giocato più di 200 partite.

Per lui Polito aveva messo a segno il suo primo blitz di mercato. Prendendo in prestito le parole del direttore, per D'Errico era stato fatto uno strappo alla regola. Troppo importante era accaparrasi un giocatore dalle sue qualità calcistiche e umane, tanto da bloccarlo nonostante in quel periodo il Bari fosse alle prese con le numerose uscite dei tanti indesiderati. 

Il centrocampista milanese non ha tradito affatto le attese, prendendosi la squadra sulle spalle e trascinandola in vetta alla classifica a suon di prestazioni da sette in pagella. Il punto più alto della sua parabola nella gara con la Turris, quando D'Errico ha messo a segno il suo primo gol in campionato pareggiando dopo trenta secondi dall'inizio della ripresa il vantaggio degli ospiti. 

Toccato il cielo con un dito, inspiegabilmente c'è stato il calo. Un mese di rumors, in cui ha vissuto per quattro giornate consecutive la panchina. Difficile capire le motivazioni di un periodo buio come quello da lui vissuto, soprattutto se i motivi sono prettamente mentali. C'è stato un confronto pacificatore con lo stesso direttore e, fortunatamente per i galletti, D'Errico si è rialzato riguadagnandosi il posto da titolare nel centrocampo di Mignani.

Il finale di stagione è stato in crescendo, culminato col gol del raddoppio contro il Potenza. Una rete troppo importante per D'Errico, una gioia di cui necessitava, tanto da aver chiesto a Antenucci la possibilità di calciare il rigore che sarebbe spettato di diritto al numero sette. Chiuso l'anno col sorriso, nel girone di ritorno tutti contano su di lui, per lasciarsi definitivamente alle spalle le montagne russe.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 29 dicembre 2021 alle 13:00
Autore: Claudio Mele
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