Il Bari è tornato in Serie B a quattro anni dal fallimento. Nel corso della sua ultracentenaria storia, i biancorossi hanno vissuto la cadetteria per ben 50 stagioni (tre delle quali nella seconda divisione nazionale). Continua oggi il nostro racconto che vuole far rivivere questi campionati. Dopo lo scorso episodio che trattava la stagione 2012/13, facciamo un salto indietro nel tempo, fino alla stagione 1984/85.
Il Bari è reduce dalla promozione in cadetteria dopo un anno negli inferi della C. Vincenzo Matarrese, da pochi anni alla guida del club, ha ben scelto Maciste Bolchi in panchina, il quale dopo la conquista della B viene prontamente riconfermato. L'obiettivo del Bari è quello di ben figurare e per questo viene confermata in blocco la squadra vincitrice della C1 con qualche innesto di spessore. Acerbis, Ronzani, De Tommasi, De Martino, Baldini, Messina e De Rosa vengono ceduti, mentre vengono prelevati l'attaccante Bergossi, i centrocampisti Piraccini e Cupini e la punta di diamante Edi Bivi dal Catanzaro, pagato dalla società barese più di 4 miliardi. In porta, Conti passa alla Fiorentina e così vengono presi l'esperto Mascella e l'emergente Imparato.
I galletti iniziano la loro stagione nella Coppa Italia e con un grande successo: 2-1 all'Udinese di Zico. I ragazzi di Bolchi battendo anche Cavese e Lecce riescono a qualificarsi agli ottavi di finale della competizione nazionale, dove vengono sconfitti dalla Fiorentina di Sócrates sia in casa sia in trasferta. In campionato i biancorossi partono bene: due vittorie nelle prime due giornate (Parma e Campobasso) e alla terza c'è il derby in casa contro il Lecce di Fascetti. Una gara passata alla storia. Dopo aver sbloccato con Bivi, all'86' minuto Bergossi dribbla quattro avversari compreso il portiere Pionetti e deposita in rete per il definitivo 2-0. Uno dei gol più memorabili della storia barese.
Alla quarta giornata la prima battuta d'arresto a Bologna e dopo la vittoria in casa sul Monza, si registra ancora una sconfitta a Cagliari. Poi una lunga serie positiva di tredici gare fino al termine del girone d'andata, per un totale di 27 punti. Il girone di ritorno si apre a Parma con un episodio singolare. I ducali, sotto una fitta nebbia, vanno in vantaggio per 3-0 e l'arbitro, sbagliando la lettura dell'orario, decreta la fine della partita con quattro minuti d'anticipo. I pugliesi presentano ricorso e questo viene accolto, mala squadra di Bolchi, poi, perde il recupero per 1-0.
Il Bari però ha un piccolo calo di rendimento, alternando sconfitte (nel derby a Lecce) a vittorie facendosi così raggiungere dalle inseguitrici. Bolchi prende in mano la situazione e riesce a raddrizzare la barca, anche dopo un colloquio con Totò Lopez. A novanta minuti dalla fine del campionato il Bari è con la Triestina a 47 punti, un punto di vantaggio sul Perugia e due dietro Pisa e Lecce. Alle ultime due basterebbe un pareggio per salire in massima divisione, mentre le altre tre devono vincere per sperare nella promozione. L'ultima giornata vede: Pisa-Arezzo, Bari-Pescara, Monza-Lecce, Campobasso-Triestina e Perugia-Varese.
I finali vedono vittoriosi gli umbri e sconfitti gli alabardati; Pisa e Lecce pareggiano e vanno in A. Il Bari, che affronta il già salvo Pescara di Catuzzi, vincendo sarebbe in A. Dopo un primo tempo bloccato, nella ripresa i galletti aumentano la pressione e trovano la rete al 67' minuto con Bivi (20° gol in campionato). Diciannove minuti dopo, per l'atterramento in area di Bivi, il Bari ottiene un rigore che Bergossi trasforma. Al triplice fischio tripudio di gioia. Il Bari è ritornato in A dopo 15 anni. È la prima promozione in Serie A della gestione Matarrese e la prima volta nella storia che due formazioni pugliesi (Bari e Lecce) raggiungono insieme la massima serie.
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