Era cominciata tra mille difficoltà ma con quel pizzico di curiosità e ottimismo che a Bari non manca mai. E' finita tra fischi, insulti, sberleffi, striscioni ironici e una serie di sconfitte apparse talmente scontate da non sorprendere nessuno. Due allenatori bruciati, oltre quaranta giocatori scesi in campo (alcuni di questi per pochissime gare causa infortuni) senza riuscire ad ottenere la qualificazione play-off in un campionato in cui, a parte le prime tre, tutte le altre hanno viaggiato a passo di lumaca. Letta così la stagione biancorossa verrebbe voglia di buttare giù tutto e ricominciare di nuovo da zero. Via tutti, senza possibilità di replica. Il tifo ha già sentenziato. Ma Bari non è solo una piazza difficile dove negli ultimi tre anni tutti quelli che sono transitati hanno fatto una fatica incredibile ad ottenere risultati. E' anche una piazza carica di contraddizioni. E le contraddizioni più grandi di questo sciagurato campionato partono da due distinte direzioni, facendo capo ai due tecnici alternatisi sulla panchina biancorossa: Roberto Stellone e Stefano Colantuono.
Ripercorriamo brevemente il campionato 2016/17 del Bari.
ESONERO LAMPO - Stellone arriva in Puglia ad inizio luglio dopo un quadriennio più che positivo a Frosinone. Obiettivo: proporre un bel calcio, fatto di tanto pressing e tanta corsa, e posizionarsi tra le prime otto classificate. Il mercato è fatto prendendo un mix di giocatori esperti (Moras, Cassani, Basha, Brienza), qualche giovane in rampa di lancio (Ivan, Capradossi, Monachello) e cavalli di ritorno (De Luca, Fedato). Dopo un avvio shock al San Nicola col Cittadella la successiva serie di otto punti in quattro partite lascia ben sperare, proiettando i galletti in zona play-off. Ma lo 0-4 interno col Benevento fa emergere qualche crepa, soprattutto nei rapporti tra tecnico e ds, raffreddatisi progressivamente. Otto punti nelle successive sette gare (con tre sconfitte esterne di fila) non bastano al tecnico per salvare la panchina. Nonostante la piazza sia ancora con lui Giancaspro e Sogliano optano per il cambio. Siamo agli inizi di novembre e il progetto di Stellone è già naufragato. Al suo posto arriva Colantuono che ha da poco rescisso il vincolo che lo lega per un anno all'Udinese. Cambia completamente il profilo dell'allenatore: da un giovane emergente si passa ad un tecnico esperto. Segno che la società ha voluto alzare l'asticella degli obiettivi.
DALLE STELLE ALLE STALLE - Colantuono si trova ad affrontare una situazione difficile soprattutto per quanto riguarda gli infortuni che depauperano progressivamente la rosa a disposizione. Eppure nelle difficoltà il Bari fa quadrato e pur soffrendo tantissimo in trasferta e mostrando una evidente sterilità offensiva punto dopo punto risale la classifica, riagganciando la zona play-off. Il girone d'andata si chiude all'ottavo posto, a quota 29 punti. E con la promessa della società di operare una robusta campagna acquisti a gennaio. Promessa mantenuta da Sogliano. Arrivano dieci giocatori (anche se molti sono in ritardo di condizione) e ne partono altrettanti. Una rivoluzione che sembra dare i suoi frutti. A metà marzo i biancorossi battono la capolista Frosinone arrivando a due punti dal quarto posto. Si preannuncia un finale di campionato scoppiettante. E invece i pugliesi, fin dalla successiva trasferta di Trapani persa per 4-0, cominciano a perdere fiducia e anche qualche titolare per infortunio (Brienza e Floro Flores su tutti). Nelle ultime undici gare il Bari vincerà solo una volta, contro il Latina, collezionando un misero bottino: sette punti con appena quattro reti segnate. Un disastro che sorprende gli addetti ai lavori e mortifica le ambizioni di società e tifosi, con i galletti che scivolano dal quinto al dodicesimo posto, e che fa scattare una dura contestazione nell'ultima sfida interna con l'Ascoli. Il ko con la Spal è l'ultima beffa di un finale di campionato da dimenticare in fretta, con Colantuono che se ne va salutando tutti tranne ds e giocatori. L'ennesima spia di un qualcosa che non ha funzionato a dovere.
FUTURO - Adesso è tempo di riflessioni, su chi sarà il nuovo allenatore (Sogliano conta di chiudere il prima possibile, ndr) e su quali giocatori puntare per la prossima stagione. Vedendo lo spirito con cui molti hanno approcciato le ultime gare verrebbe voglia di ripartire da zero come chiede la piazza. Ma sarebbe una scelta deleteria sotto diversi punti di vista, in primis da quello economico. L'impressione è che la squadra non sia così male assortita come è sembrato da metà marzo in poi ma che sia crollata, psicologicamente prima ancora che fisicamente, senza che giocatori e allenatore siano riusciti a risollevarsi. Non un alibi ma un'aggravante, considerando l'età e l'esperienza di diversi interpreti. Rivoluzione totale? I precedenti dell'ultimo triennio dimostrano che non è questa la soluzione. E che forse bisognerebbe concentrarsi su altro.
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