Stiamo uscendo da uno dei periodi più lunghi e bui della storia contemporanea. Siamo passati dalla frustrazione più cupa al consapevole orgoglio che il campionato italiano non è l’ultima ruota del carro calcistico mondiale. Discorso che vale anche, e soprattutto, per il torneo di Lega Pro, troppo spesso bistrattato da più di qualcuno. 

Di una stagione travagliata che ha visto meritatamente Monza, Vicenza e Reggina promosse in B, rimangono playoff e playout. Il Bari avrà davanti a sé tre partite per dimostrare di essere la più forte. Nonostante l’ottimo campionato disputato dai Galletti - non va dimenticato che si tratta di una neopromossa - c’è ancora qualcuno che critica il cammino dei biancorossi. 

Pagato dazio con le prime partite e con l’esonero di Cornacchini, il Bari ha percorso il sentiero insidioso della terza serie nazionale con sicurezza e piglio da grande. Eppure a qualcuno non sono piaciuti i troppi pareggi della gestione Vivarini. Una gestione eccellente che ha visto il Bari imbattuto nonostante le difficoltà connesse con il cambio di modulo in corsa. 

Vivarini avrà pur commesso qualche errore ma ha dato un’identità ben precisa alla squadra. La novità di maggior rilievo è stata la consapevolezza nell’imporre il proprio gioco. Quando le cose non sono andate per il verso giusto, la squadra non ha mai mollato, riuscendo a non perdere. 

Non resta che guardare al futuro, sperando di ritrovare quelle categorie superiori che Bari ha nel DNA e che tornerà a disputare. Tre gare prima di ogni verdetto, ma fino ad allora, è bene riporre nel cassetto critiche superflue.

Sezione: Focus / Data: Ven 19 giugno 2020 alle 13:00
Autore: Raffaele Garinella
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