Continua a seguire il Bari con interesse e attaccamento. E' rimasto tifoso, legatissimo, di una piazza che lui stesso ha più volte definito "grandiosa e appagante". Stiamo parlando di Stefano Antonelli, ex direttore sportivo di un Bari che gli è evidentemente rimasto nel cuore come si evince dall'intervista esclusiva rilasciata a nostri microfoni, in cui si è parlato di presente ma anche di futuro prossimo.

- Per il Bari si è appena conclusa un'altra stagione deludente. Quali secondo lei i motivi di tale andamento? "Non ci sono dei motivi particolari, certo è che negli ultimi 3 anni l'organico sulla carta era assolutamente in linea con le ambizioni, ma per un motivo o per l'altro il risultato non è arrivato. I tifosi sono unici e impagabili, la città vive le sorti della Bari con grande patos, il senso di appartenenza è assoluto. Quindi sembrerebbe non mancare nulla per centrare l'obiettivo, ma il calcio è imprevedibile e spietato. Se c'è una cosa che potrei suggerire a chi oggi gestisce il club, è di non fare proclami e generare attese superiori di quelle che la piazza spontaneamente genera. Vincere è sempre difficile, soprattutto dove lo si da per scontato".

Salviamo il salvabile, se c'è: da cosa e da chi dovrebbe ripartire il Bari? "Come posso permettermi di dire cosa c'è da salvare e cosa no? Da fuori, è sembrata una squadra Brienza dipendente, ma è sinceramente poco intelligente pensare che sia stato solo questo la causa di tutto. I vari, Galano, Sabelli, Moras, Floro Flores, Maniero e Micai  rappresentano un'eccellenza per la categoria, quindi non avendo vissuto il quotidiano, non posso giudicare"

- Nuovo tecnico: anche Antonelli è del partito 'meglio uno giovane'? Bari è una piazza esigente e pressante, quale sarebbe l'allenatore ideale? "Ma sai, tutto è relativo , in queste 3 stagioni a Bari si sono alternate varie tipologie di tecnici, da Mangia a Nicola, passando per Camplone e Stellone, per finire a Colantuono. Tutti allenatori con un curriculum importante e con più o meno esperienza, ma il risultato non è cambiato, anche se devo dire, per onestà intellettuale, che Nicola aveva intrapreso un gran lavoro e nel momento più importante, gli è mancato il sostegno della proprietà".

- Da diesse a diesse. Cosa pensi di Sogliano e del suo operato a Bari? "Sean è un mio amico e potrei essere di parte. Lo ritengo un grande conoscitore del calcio, dategli tempo e farà bene".

Sezione: Esclusive / Data: Lun 29 maggio 2017 alle 12:15
Autore: Andrea Dipalo
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