Dopo il recente periodo burrascoso, i biancorossi sono chiamati a bissare il successo di sabato scorso con la Paganese. Avversario del Bari sarà la bestia nera Vibonese, mai battuta nei due precedenti. Per presentarci la sfida del 'Razza', è intervenuto ai nostri microfoni Giuseppe Statella, con un passato nel settore giovanile nel Bari ed in prima squadra, ora capitano della Vibonese.
Buongiorno Statella. Domenica scorsa avete vinto a distanza di 18 partite, dopo quasi 4 mesi. Quanto vi mancava il successo?
"Ci mancava come il pane questa vittoria (ride, ndr). In questo periodo sono state tante le variabili. Siamo stati colpiti dal Covid, la squadra non era mai al completo. Forse pensavamo di essere diventati bravi, invece in Serie C non bisogna mai pensare troppo. E' un attimo che finisci dalle stelle alle stalle".
Ritiene che il periodo negativo sia ormai alle spalle?
"Assolutamente no, c'è ancora tanto da lavorare. Mancano cinque partite alla fine e dobbiamo fare il massimo per raggiungere la salvezza. Solo quando avremo raggiunto con la matematica il nostro obiettivo allora potremo dire che il periodo negativo è alle spalle. Il tempo è poco, non ci sono tanti margini di errore".
Difficoltà che ha avuto anche il Bari. Dopo un girone d'andata tutto sommato discreto, si sarebbe aspettato questo cammino stentato del Bari?
"Il Bari è stato sicuramente costruito per altre posizioni di classifica. Ritengo abbia avuto difficoltà molto maggiori rispetto alle nostre. Per giocatori di quel calibro trovarsi in una situazione come quella che stanno vivendo non è facile. La qualità che hanno i biancorossi non ce l'ha nessuno in questa categoria. Noi siamo stati costruiti per una salvezza tranquilla e tra Covid e altre problematiche siamo in una situazione non facile. Il girone d'andata è poi un girone completamente diverso da quello di ritorno, dove spesso chi vince deve riconfermarsi. Subentrano altre difficoltà e quando ti mancano degli elementi importanti ne risenti".
Ad inizio anno si disse fiducioso sul matrimonio Auteri-Bari. Che ne pensa di come è andata a finire?
"Il gioco di Auteri è particolare. Bisogna seguirlo al 100%. Quando manca qualcosa si fa fatica, e questo a prescindere dall'allenatore. Seguo il Bari e negli ultimi due anni è evidente che si stia facendo fatica. Purtroppo quando sei destinato a vincere non è facile, hai pressioni importanti. Questo a prescindere che in panchina ci sia Auteri, Carrera o un altro allenatore. La piazza e la proprietà hanno esigenze particolari. Le responsabilità non sono solo di Auteri, come da noi non ce le aveva solo Galfano che è stato esonerato. E' troppo facile colpevolizzare solo qualcuno. Quando si cambia mister vuol dire che tante cose non sono andate per il verso giusto. Tutti devono prendersi le proprie responsabilità. Nel calcio poi è normale che a pagare sia sempre l'allenatore".
Il non essere riusciti a eguagliare il passo della Ternana può aver influito sul cammino del Bari?
"Quando si è proiettati troppo sull'avversario può succedere. Ognuno deve guardare in casa propria e fare il massimo. O che devi vincere il campionato o che devi salvarti è importane pensare a se stessi. Se riesci a non rapportarti con gli altri ma a focalizzarti solo su di te allora diventa tutto più semplice. Se poi trovi una squadra come la Ternana che non sbaglia mai una virgola allora non è neanche troppa colpa tua. Sono stati bravi e devi stringere la mano. Se gli umbri stanno infrangendo ogni record in Europa allora vuol dire che loro l'hanno meritato".
Come vede i biancorossi ai playoff?
"L'importante è entrare con la mentalità giusta. La squadra non si discute. Io ho giocato con qualcuno di loro e tanti li ho affrontati, per cui ritengo che siano una squadra fortissima. Quindi scendendo in campo con la giusta mentalità non ce n'è per nessuno. Questo vale dal magazziniere ai ragazzi più giovani che ho visto sono aggregati. Se sarà così allora sono convinto che ce la faranno. Nessuno è secondo al Bari, neanche la Ternana. Loro hanno dimostrato di essere più forti alternando vittorie convincenti a vittorie sporche. E' questo che è mancato al Bari. Non sempre si può vincere giocando bene. In ogni campionato si vince anche soffrendo. Mi auguro che ai playoff si sappia e soffrire".
Sabato entrambe le squadre saranno alla ricerca dei tre punti. Si assisterà ad una gara aperta o più tattica?
"Noi daremo il 110% per essere al loro livello. Poi nel calcio gli episodi fanno la differenza. Mi auguro che sia una gara aperta e poi vinca il migliore. Loro hanno giocatori forti e importanti. Io poi a Bari sono cresciuto calcisticamente e non, per cui mi dispiace per loro ma spero di fare risultato pieno. Loro verranno per cercare di vincere, ma anche per noi sarebbe importante".
Esultanza in caso di gol?
"Dipende dal momento. Io a Bari ho fatto tantissimi anni, anche le scuole. Ho tanti amici che sento, per cui se dovessi segnare ed esultare non credo si offenderebbe nessuno (ride,ndr). Do sempre il massimo per la squadra dove gioca, nel massimo rispetto verso in questo caso la piazza barese e la sua tifoseria".
Che anni erano quelli di Bari?
"Anni e ricordi bellissimi. Arrivai a 13 anni, esordii nel Bari di Conte ad Ascoli. Poi sono andato tanti anni in prestito, restando sempre di proprietà loro. Non ho rimpianti, mi sono sempre guadagnato tutto sul campo. In quel momento loro ritenevano che non fossi pronto e fosse giusto mandarmi in prestito. Ad esempio sono andato in un'altra piazza importante come Torino. Poi sono tornato nel 2013 e mi sono tolto la soddisfazione di segnare (Bari-Carpi 2-2, ndr). Un'emozione grandissima per aver aiutato squadra e compagni".
Che consiglio si sente di dare a Mercurio, un ragazzo che sta vivendo il suo stesso percorso in maglia biancorossa?
"L'unico errore che può fare è sentirsi arrivato. Ha 17 anni, è barese, ha tutta la carriera davanti. Gioca in una grande squadra e se un allenatore come Carrera ha deciso di mandarlo in campo vuol dire che ha qualità importanti. Deve pensare solo al campo e nient'altro, tenendo i piedi saldi a terra. Ha la fortuna di giocare a casa sua, nella sua città. Ora conta divertirsi, poi ciò che verrà verrà".
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