E sono sette! TuttoBari compie gli anni: era il 1 luglio del 2009 quando la nostra testata online cominciava a parlare delle vicende dei galletti. Da allora tante emozioni, altrettante delusioni e tentativi di rinascita: dal Bari promosso in serie A alla staffetta Conte-Ventura (a breve rivisitata pure in azzurro), dalla retrocessione in B all'onta dello scandalo calcioscommesse, sino a giungere ai tempi recenti con il fallimento dell'As Bari, la remuntada che fece stropicciare gli occhi dei tifosi e l'addio di Paparesta. Ne abbiamo parlato con il fondatore di TuttoBari.com, il nostro direttore, Andrea Dipalo.
Proviamo a tracciare un bilancio di questa straordinaria cavalcata?
“Un bilancio certamente positivo. Non posso che spendere parole dolci per quanto fatto sinora da questa redazione, da questo giornale. Certo che sette anni sono davvero tanti! Posso dire di averli vissuti intensamente, insieme ai miei fantastici collaboratori, senza i quali non si sarebbero di certo raggiunti i traguardi che, fortunatamente ma con tanto lavoro, si sono agguantati. Dopo tutto questo tempo, mi sento un po più vecchio ma tanto gratificato. Come piace dire a qualcuno, TuttoBari – per certi aspetti – assomiglia a un piccolo miracolo giornalistico. Beh, c’è da essere soddisfatti di quanto fatto. E non finisce qui. Di questo ne sono certo”.
Ovvero... ci sarà qualche sorpresa?
"In cantiere ci sono ancora tante idee per soddisfare in ogni modo la sete di informazione che anima, da sempre, i nostri lettori. Ma non farmi anticipare nulla (ride ndr)”.
Oggi la testata rappresenta un punto di riferimento per quanto concerne l’informazione biancorossa sul web. Ti saresti aspettato un simile exploit?
“Non voglio sembrare presuntuoso, ma sì, me lo sarei aspettato. E il motivo è presto detto. Quando t’imponi, e riesci ad imporre alla squadra che dirigi, valori come serietà, correttezza, concretezza, sobrietà e sacrificio, i risultati non possono che arrivare. Quelli ottenuti da TuttoBari sono stati, e lo sono tutt’ora, davvero entusiasmanti. Ecco, quasi dimenticavo: alla base di tutto ci deve essere sempre l’entusiasmo. Anche quando le cose sembrano andarti contro, anche quando qualcuno cerca di mettere un freno alla tua crescita e alla tua affermazione. Se si fa tutto con questo tipo di atteggiamento, con questi valori, è difficile non emergere e non ottenere risultati lusinghieri come quelli ottenuti da questa redazione, impiantata su ideali saldi e trasparenti. Come piace a me”.
In tutti questi anni, quale è stata la partita che ti ha trasmesso le emozioni più belle? Puoi raccontarcela?
“Ho avuto la fortuna di vivere e raccontare tante belle partite, ma anche tante brutte debacle. La gara più emozionante è stata probabilmente quella giocata con il Novara, due stagioni fa, prima dell’approdo ai playoff. La squadra perdeva 1-0, tutto sembrava andare per il verso sbagliato. Poi, nella ripresa, i biancorossi si resero protagonisti di una straordinaria rimonta che, di fatto, permise al club di staccare il pass per gli spareggi promozione. Per la cronaca, il match si chiude con il risultato di 4-1”.
Dopo l’addio di Conte (oggi condottiero della Nazionale) hai visto avvicendarsi molti allenatori: da Ventura a Torrente, da Alberti a Nicola, a cui si aggiungono i vari Mutti, Mangia e Camplone. Chi il tuo preferito?
“Dire Ventura sarebbe scontato, ma non può essere altrimenti. Mi piace ricordare con affetto anche Torrente, guida tecnica di un Bari pluripenalizzato e in crisi, societaria e sportiva. Il suo lavoro, spesso bistratto, si rivelò efficace nonostante le tantissime difficoltà”.
E Stellone? Sarà la scelta giusta per il Bari?
“Si. Non mi piace molto espormi troppo senza toccare con mano, ma il profilo di Stellone sembra quello giusto per una squadra ambiziosa come quella biancorossa. Giovane ma già abbastanza esperto, con tanta voglia di crescere e migliorare. Stellone ha tutte le carte in regola per fare bene in una piazza importante ma difficile come la nostra”.
Gli ultimi due anni sono stati particolarmente intensi. Dopo l’epopea Matarrese e il fallimento, è arrivato Gianluca Paparesta. Come giudichi l’operato dell’ex arbitro?
“Mediocre e superficiale. Il suo biennio, condizionato da evidenti impossibilità economiche, è stato pieno di errori ed inutili proclami. Alcuni dei quali comprensibili e giustificabili, altri decisamente meno. Tra quest’ultimi, quello più gravoso è stato quello di non circondarsi di persone preparate e all’altezza della situazione. Il resto delle mie considerazioni le trovate nei miei tanti editoriali”.
Torniamo al presente: Giancaspro ha rilevato la maggioranza della società. Cosa chiedi al neo presidente?
“Serietà, correttezza e trasparenza. Ma anche un quel briciolo di follia che, nel calcio ma anche nella vita, non guasta mai”.
Quale regalo di compleanno ti aspetti dalla squadra per la prossima stagione?
“La serie A. Senza se e senza ma. Lo meritano i tifosi, lo meritiamo noi”.
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