Poteva diventare un ballerino, Gaetano Castrovilli. Aveva sette anni e al calcio preferiva la danza classica. Con il pallone ci giocava solo fra le strade rocciose della sua Minervino. Ma, si sa, è proprio dalla strada che spesso nascono le fiabe dello sport. In breve tempo, infatti, diventa chiaro a tutti che il piccolo Gaetano ha qualcosa in più dei suoi coetanei. E' la perdita del nonno, grande tifoso biancorosso, che lo induce a giocare a calcio per davvero, e lo fa nella società del suo paese, la Asd Minervino. Appena quattro mesi dopo, durante un provino di rito, il Bari ne rimane folgorato, accaparrandosene all'istante le prestazioni. A distanza di dieci anni, la scelta pare essersi rivelata decisamente azzeccata.
Castrovilli, classe 1997, è il più classico dei numeri 10, con tutto il carico di suggestioni che quel numero porta con sè. Trequartista, esterno, seconda punta. Cambia l'ordine degli addendi ma non il risultato per uno che con il pallone fa essenzialmente quello che vuole. Lui è in grado di vedere autostrade laddove gli altri vedono solo sentieri. Castrovilli delizia con l'incoscenza talentuosa del predestinato. E forse è proprio questo il suo segreto. Giocherebbe nel più grande ed affollato stadio del Mondo con la stessa spensieratezza mentale con la quale giocava con gli amici nei vicoli di Minervino. Svuota la testa e lascia parlare i piedi.
Dal suo arrivo in riva all'Adriatico il giovane calciatore ne ha fatta di strada. Fin dai Giovanissimi Nazionali, tanti gli allenatori che hanno dovuto sgrezzare quel suo talento fuori dalla norma: Caffato, Nicassio, Loseto, Losacco e Sassarini. Passiatore gli concede la grande chance di giocare in Primavera sotto età: sette presenze per lui lo scorso anno. E infine Urbano, a cui va dato il merito di avergli trovato la collocazione tattica forse a lui più congeniale: da trequartista dietro la punta centrale nel 4-2-3-1 ormai marchio di fabbrica della spumeggiante Primavera biancorossa. Alleggerito da gravosi compiti di copertura, a Castrovilli è affidato il compito di far saltare il banco, di accendere la luce fra le linee con dribbling, accelerazioni e passaggi filtranti. Come ogni fantasista che si rispetti, preferisce servire il compagno piuttosto che trovare in prima persona la via della rete. Quest'anno, infatti, ha già sfornato ben 6 assist vincenti oltre a due gol, letteralmente da cineteca, alla seconda giornata di campionato con il Livorno.
Sta bruciando le tappe, il giovane galletto, le cui qualità non erano passate per nulla inosservate a Devis Mangia. Prima le amichevoli estive contro Chieti, Sora e Fidelis Andria e poi i consueti allenamenti tra le fila della prima squadra culminati con la convocazione in occasione delle gare interne con l'Avellino in Coppa Italia e con la Ternana in Campionato. A Nicola adesso il compito di continuare a valorizzare tutte le sue incalcolabili potenzialità.
Una carriera del genere non poteva non tingersi di azzurro e dopo la chiamata, risalente ad oltre un anno fa, per uno stage con l'Under16, per Castrovilli si sono aperte le porte dell'Under18 e addirittura della Nazionale B Italia, una selezione che comprende i migliori Under 21 della Serie B (impegnata tra poco più di un'ora in un match contro i pari età della Russia al "Piola" di Vercelli). Castrovilli sarà il più giovane fra i 20 convocati di Piscedda.
Tuttavia Castrovilli pare avere ancora ampi margini di miglioramento. Può e deve crescere a livello fisico, anche se oramai ha messo su una muscolatura importante e non è più lo stesso giocatore gracilino che era fino a qualche anno fa. Da migliorare anche i movimenti in fase di non possesso e la concretezza nelle giocate: a volte, infatti, si ostina alla ricerca del numero altamente spettacolare anche quando non ce ne è strettamente bisogno. Visto però che si tratta di un ragazzo neanche maggiorenne i tempi e i modi per affinarsi ci sono tutti.
In questo inizio di stagione, la nuova dirigenza biancorossa è rimasta molto colpita dalle prestazioni del baby gioiello murgiano e Antonelli sta studiando un modo per blindarlo ed allontare le avances di varie big italiane che hanno già messo gli occhi su di lui. In questo momento al giocatore va dato il tempo di maturare senza alcuna fretta e senza accollargli l'ingombrante etichetta del "fenomeno" che in passato ha già bruciato più di qualcuno. Nel frattempo, però, il Bari può continuare a coccolarsi il suo numero dieci, ballerino mancato che adesso danza su un rettangolo verde.
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