Otto vittorie e altrettante sconfitte, in mezzo sei pareggi. L'avventura di Davide Nicola sulla panchina del Bari era iniziata proprio contro il Trapani, cinque mesi fa. Un girone dopo, il return match contro i siciliani lascia contenuti invertiti, intrisi di tanta amarezza. Per l'ennesima occasione persa, per la caparbietà insolitamente baciata da una buona dose di fortuna che aveva permesso al Bari di agguantare un vantaggio ormai insperato. E per una classifica che resta anonima dopo trentasei giornate di campionato.
Cinque i punti di distacco dai play-off, ma con un petalo in meno da sfogliare sulla margherita che può portare al sogno. E con un futuro da decifrare, anche e soprattutto su un presente che parla di un decollo rimasto perennemente a mezz'altezza.
OCCASIONI PERSE - Tante. Nicola sottolinea come il Bari sotto la sua gestione abbia maturato un ruolino di marcia da play-off. Ma è sempre mancato l'aggancio nei momenti topici. Bene in casa, male in trasferta. Pesa il pareggio rocambolesco di ieri, quello di sette giorni prima col Crotone, ma soprattutto la disfatta di Terni di venti giorni fa al cospetto di una squadra in crisi. Contro l'Avellino, poi, il Bari non ha retto la pressione di un ambiente psicologicamente probante e ha mancato l'appuntamento con un serata finalmente da big.
SCELTE SINGOLE - Mai la stessa formazione nelle 22 gare fin qui condotte sulla panchina del Bari. Davide Nicola avrebbe voluto trovare un senso alla sua squadra molto prima. E nella gara di Trapani, un altro paio sono stati i riesumati nell'undici titolare dopo lunghe settimane di stop: Camporese, fuori dal campo per scelta tecnica dalla gara col Livorno del 7 febbraio, e Joseph Minala, che non giocava titolare dalla gara col Vicenza del 14 febbraio scorso. A pesare sulla linearità della gestione del tecnico piemontese pure il passaggio dal 3-5-2 al 4-3-3, con tutti i limiti di un mercato di riparazione condotto in favore di un modulo, e vanificato in parte dal seguente ricorso all'altro. Ne hanno fatte le spese i centrali: Camporese appunto, ma anche Filippini, Benedetti e Rada, ancora bocciati ieri. L'impiego sempre intermittente di un senatore attaccatissimo ai colori come Defendi e l'enigma De Luca (col Crotone finto nueve, col Trapani tornato esterno a sinistra, fuori dal gioco e da un ruolo che non si è mai sentito cucito addosso sul serio, ndr), le residue zone d'ombra.
CALENDARIO - Sei giornate alla fine e due big in agguato fin da subito. Venerdì sera al San Nicola arriverà un Bologna voglioso di riconquistare la seconda piazza solitaria, da ieri condivisa con il Vicenza. E il martedì successivo i biancorossi saranno di scena a Carpi, sede della festa promozione dei locali uomini di Castori. Se gli emiliani dovessero centrare i tre punti già col Frosinone, affronterebbero il Bari con la matematica in tasca. Dovessero invece rimandare l'appuntamento con la vittoria, il nuovo match-ball scatterebbe proprio nel giorno dell'incrocio con Caputo e compagni. Meno proibitivi ma ugualmente probanti gli ultimi quattro match del campionato: ad eccezione del Brescia (ormai quasi irrimediabilmente attardato in fondo alla classifica), sia Latina e Cittadella, sia lo Spezia dell'ex Angelozzi rappresenteranno avversari probabilmente ancora in corsa per i loro rispettivi obiettivi. Particolarmente gustosa la possibilità di affrontare i liguri all'ultima giornata nelle condizioni di poterli superare: il progetto, caldeggiato in settimana dal quadro dirigenziale biancorosso, resta possibile, ma ha accusato un nuovo pesante ritardo col pareggio-beffa di ieri.
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